Che tempo
E' molto importante il tempo per la coltura dell'olivo, Veronica. Per questo voglio parlarti del tempo. L'ulivo è un albero antichissimo, la sua storia si perde, come si dice, nella notte dei tempi. Pensa che in Palestina sono stati ritrovati resti di frantoi costruiti cinquemila anni avanti Cristo. Scoperte simili, risalenti al neolitico, sono state fatte anche in Italia, nella Puglia meridionale. E anche nella nostra Terra d’Abruzzo già all’epoca degli antichi Romani si coltivava e sfruttava l’olivo. Ma di questo ti parleranno meglio di me i tuoi insegnanti di Storia e di Geografia e sicuramente sarà oggetto di tue ricerche scolastiche.
Voglio invece parlarti del tempo e della fiduciosa attesa del coltivatore. Un’ attesa che però non è passiva. Del volgere della stagioni e dell’attenta sorveglianza sulla crescita, attraverso la zappatura del terreno ai piedi degli alberi, la potatura, la concimatura e, non ultima, la cura delle piante amiche.
Ma cura nel tempo significa anche tempismo. Cogliere il momento giusto, cogliere nel momento giusto, non è un solo un gioco di parole, Veronica.
C’è un regolamento per potersi fregiare del titolo “DOP Colline Aprutine Pescaresi” che impone di raccogliere le olive entro un tempo ben definito: dal 1° ottobre al 10 dicembre. Questo per avere frutti maturi e sani. Ma cogliere l’esatto momento della perfezione delle drupe esige un senso accorto del tempo e un’attenta vigilanza. Osserveremo giorno per giorno le olive rigonfiarsi e il loro colore verde scuro virare verso il violetto e giusto prima della piena colorazione scura saremo pronti a cogliere quell’istante magico in cui la drupa è integra, al culmine del suo sviluppo e ci offre appieno la sua ricchezza di tutte quelle sostanze che determinano la qualità l’olio, il profumo e le sfumature di gusto.
Anche sullo stesso albero questo cambiamento delle olive, chiamato invaiatura, non avviene nello stesso momento e dovremo essere accorti nello scegliere i frutti pronti per essere raccolti. Ed ecco che la tempestività si fa pazienza, sapiente equilibrio fra lentezza e prontezza. Lento è il raccolto fatto a mano, anche se rapido è il singolo gesto delle dita che scelgono ad una ad una le drupe pronte, le staccano e le depongono nei contenitori. Perché il tempo di cui disporremo sarà limitato ben definito. Potremo raccogliere solo nei gironi senza pioggia e il nostro lavoro il lavoro non inizierà mai prima delle dieci del mattino, quando il vento dell’est avrà asciugato la rugiada e dovrà terminare col tramonto, quando la luce radente non permetterà più di distinguere la tinta esatta delle drupe.
Ed ecco che ancora il tempo che si fa prezioso: le olive raccolte devono essere essere lavorate entro massimo 72 ore dalla raccolta, altrimenti la loro qualità si deteriora. Noi però per preservarne al meglio l’integrità faremo in modo di consegnarle al frantoio il giorno stesso, appena scende la sera. E lì, Veronica, avrai la fortuna di vivere un’esperienza sensoriale assolutamente straordinaria.